In questi giorni tristi caratterizzati dal dolore per la guerra in Ucraina e dalla paura di un possibile allargamento del conflitto, mi sono chiesta se questa inclinazione dell'uomo a scandalizzarsi per gli orrori della guerra per poi cancellare tutto con un colpo di spugna, ricominciare ogni volta con gli stessi errori e le stesse aberrazioni, non sia scritta da qualche parte nel nostro codice genetico. Perchè non si spiega, non ha una spiegazione logica questo continuo dimenticare e comportarsi come se certe cose non fossero mai accadute. Forse, come diceva Freud, gli uomini oltre che dalle pulsioni del piacere, sono spinti ad agire dalle pulsioni di morte che li incitano alla distruzione del mondo e di se stessi. Allora mi sono chiesta a che cosa serva la voce dei poeti e degli scrittori-che hanno vissuto quegli orrori sulla loro pelle-che ha cantato, urlato, manifestato contro la guerra. A cosa serve studiare le loro voci se sentiamo quello che hanno da dire ma non li ascoltiamo col cuore, non assorbiamo davvero le loro parole? Lo abbiamo visto anche con la pandemia, basta prendere in mano I promessi sposi per vedere come abbiamo commeso col Covid gli stessi errori e le stesse invenzioni di teorie complottiste e negazioniste esattamente come nel 1600 i Milanesi fecero con la peste. A cosa è servito studiare i Promessi Sposi, solo a prendere dieci in italiano? Sono risposte che so che non riceveremo mai, o magari un giorno la scienza riuscirà a spiegarci perchè l'uomo si comporta così. Nonostante tutto credo sia importante non spegnere la voce dei poeti e degli scrittori, è necessario che la loro voce sempre si propaghi come un incendio e magari un giorno, forse è solo un'illusione, la fiamma della saggezza divamperà e gli uomini andranno incontro a una nuova evoluzione.
La voce che ho deciso di postare è quella del poeta Clemente Rebora, presbitero e reduce di guerra. Sergente durante la Prima Guerra Mondiale, racconta gli orrori della guerra e le sue vicende macabre. Uscirà dal conflito profondamente colpito. Riesce a sopravvivere a una ferita alla tempia provocatagli dallo scoppio di una granata, ma l'episodio lo segnerà per sempre, soprattutto sul piano psicologico. Soffrirà di nevrosi da trauma. Della poesia di Rebora colpisce soprattutto la crudezza delle parole, la descrizione di episodi brutali, la tendenza a soffermarsi su particolari toccanti e lugubri. Il messaggio è chiaro: cercare di suscitare pietà per l'umanità lacerata dalle atrocità della guerra.
Viatico
O ferito in fondo alla piccola valle,
avrai chiesto aiuto con molta insistenza
se tre compagni di guerra integri
morire per te che quasi più non eri vivo.
Tra melma e sangue
come un albero abbattuto
e il tuo lamento straziante continuava,
senza pietà per noi rimasti in vita
a contorcerci perché non vedevamo l’ora che finisse,
velocizza la tua morte,
tu solo puoi mettere fine a questa sofferenza,
e ti sia di conforto
nelle tue condizioni di demenza ma ancora cosciente
in questo momento di attesa della morte
l’intorpidimento della sensibilità,
ma ora devi attendere quel momento in silenzio –
grazie, fratello.
In questa poesia Rebora racconta quel che ha visto con i suoi occhi. Vede cadere in fondo a un vallone tre compagni corsi per soccorrere un commilitone ferito. Il soldato ridotto a un tronco senza gambe invoca aiuto e loro, devastati dall'orrore e dalla paura di morire, impotenti di fronte a quelle immagini atroci, lo esortano a velocizzare la sua morte. Può sembrare una preghiera inumana, ma il messaggio della lirica è chiaro: la guerra è così tremenda, orribile, raccapricciante, terrificante che persino la morte a confronto è un'esperienza meno crudele.
Voce di vedetta morta
C’è un corpo in poltiglia
con crespe di faccia, affiorante
sul lezzo dell’aria sbranata.
Frode la terra.
Forsennato non piango:
affar di chi può, e del fango.
Però se ritorni
tu uomo, di guerra
a chi ignora non dire;
non dire la cosa, ove l’uomo
e la vita s’intendono ancora.
Ma afferra la donna
una notte, dopo un gorgo di baci,
se tornare potrai;
sòffiale che nulla del mondo
redimerà ciò ch’è perso
di noi, i putrefatti di qui;
stringile il cuore a strozzarla:
e se t’ama, lo capirai nella vita
più tardi, o giammai.
La poesia si apre con l'immagine di un corpo ridotto in poltiglia, che almeno nella testa del poeta sembra parlare ancora. E rivolgendosi a chi è ancora in vita, se un giorno ritornerà a casa, dice di non parlare di guerra a chi non la conosce, intende forse coloro che sanno ancora apprezzare il valore della vita. Lo esorta a non abbandonarsi, ad aggrapparsi alla vita, ad amare intensamente ma a non dimenticare i soldati morti in guerra ( i putrefatti di qui), morti sia dal punto di vista fisico che morale a cui nessuno potrà più ridare indietro la vita.
Existe amor que para o fazer é uma verdadeira guerra. Mas na Guerra nunca é possível fazer amor - por quem comanda a dita.
RispondiElimina.
Um Sábado feliz … Cumprimentos poéticos
.
Pensamentos e Devaneios Poéticos
.
La guerra non concede spazio all’amore, solo alle atrocità. Grazie e buona domenica.
EliminaFreud è superato e non credo possa dare risposte sulla violenza dell'uomo.
RispondiEliminaPer me il quesito è semplice. Le motivazioni delle guerre sono prettamente economiche.
Le poesie sono bellissime.
Le guerre tra nazioni nascono per motivi economici, è vero, ma gli uomini si fanno la guerra anche nel piccolo: tra fratelli, amici, vicini, colleghi. Cosa c’è alla base di tutta questa aggressività ? Perché l’uomo è così aggressivo da non imparare mai la lezione? E soprattutto, è davvero possibile cambiare ?
EliminaLe tue stesse domande me le sono poste anche io tante volte, finché la risposta, direi definitiva, me l'ha data Mark Twain: "Non domando a che razza appartiene un uomo, basta che sia un essere umano: nessuno può essere qualcosa di peggio."
RispondiEliminaIl nome Rebora non mi è nuovo, ma lo associo comunque a qualcosa che ho letto... Versi molto d'impatto i suoi, ed è impossibile andarci giù leggeri nel testimoniare certe scene... Purtroppo l'essere umano non impara mai dai propri errori, anzi non si pone lo scrupolo di tutelare le future generazioni, di lasciare ai propri figli un mondo e una società sostenibili.
In fondo, paragonando la presenza dell'Homo Sapiens nella storia del pianeta a un anno, essa equivale a pochi minuti del 31 dicembre, non siamo una specie destinata a durare più di altre, e ci stiamo distruggendo con le nostre mani.
Eh si, come diceva Karl Kraus: “ Il diavolo è un ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini”. Purtroppo l’essere umano in troppi casi è la specie più disumana che esista.
EliminaMolto interessante articolo su un grande poeta e grande uomo. Grazie. Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie a te di aver apprezzato l’articolo. Buona domenica.
Elimina"Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».
RispondiEliminaPrimo Levi.
Aveva ragione. Dentro l’essere umano cresce sempre quel seme di odio e violenza, a volte anche senza alcun motivo.
EliminaE' una questione, quella che tu poni, di estrema complessità ma allo stesso tempo di facile lettura, cito Battiato (lo so è una mia fissa) con la chiusura di "Arabian song": "l'uomo è l'animale più domestico e più stupido che c'è".
RispondiEliminaE facilmente addomesticabile proprio in quanto stupido, nonostante abbiamo tutte le informazioni possibili, possiamo confrontare le esperienze altrui e nostre e farci un'idea precisa, siamo soggiogabili da chiunque (pasta pensare a come è stata gestita la pandemia, come hai detto benissimo tu, basta il complottista di turno, che normalmente è senza alcuna competenza, per racimolare un nutrito gruppo di persone pronte a negare l'evidenza).
L'attenzione deve sempre rimanere alta, mai abbassare la guardia anche se purtroppo non è sufficiente, la bramosia di danaro, di potere posta sempre allo stesso risultato.
Complimenti per la scelta delle poesie e per come hai argomentato il vero limite dell'umanità.
Grazie Caterina, buna serata.
È vero, è facilmente addomesticabile fondamentale perché è stupido. E questo è molto pericoloso. Questo dipende anche dalla nostra natura animale: i sottoposti seguono sempre il capo branco. Succede anche nelle scuole col bullismo, se il leader di un gruppo è un bullo, i gregari lo emulano diventando a loro volta dei bulli. Grazie a te, Romualdo del tuo commento.
EliminaHo smesso da tempo di pormi questa domanda di fronte alla cattiveria umana senza fine.
RispondiEliminaIn effetti la risposta non c’è, quindi è inutile arrovellarsi.
EliminaCiao Caterina. Molto bello e forte questo tuo scritto.
RispondiEliminaLe riflessioni che facciamo tutti sono colme di dubbi e di domande senza risposta.
Ma bisogna comunque conoscere ciò che accade perché ricordare é sempre la nostra forza per superare ogni ostacolo che la vita ci pone innanzi.
Molto cruente le poesie dell'autore che tu hai ben spiegato.
Si legge tutto l'orrore che probabilmente ha vissuto personalmente. Terribile anche solo leggerle.
Grazie!
Queste liriche fanno tanto male, Pia. Fanno venire i brividi, il poeta vuole farci entrare nei suoi panni, farci capire concretamente cosa sia l’orrore della guerra. A scuola Rebora di solito non si studia. Lo incontrato la prima volta all’università e fu subito amore.
EliminaLe mostruosità della guerra ben raccontata dal poeta fanno emergere tutta la crudeltà che sovrasta i pochi interessi per l'essere umano. Un gioco più grande di tutti noi a cui assistiamo indifferenti per la troppa arroganza e presunzione di certi individui senza scrupoli, un commercio di armi, petrolio e quanto altro serve a pochi che non guardano in faccia nessuno. Per il resto non cerco di parlare dei conflitti mondiali che esistono in tutto il pianeta, ci sono persone preposte a questo e a nulla valgono i vari appelli da tutte le parti compreso quello del Santo Padre per la pace, Sono molto addolorato Caterina stiamo attraversando un periodo molto buio e triste che dopo la pandemia si poteva proprio evitare. Ciao un abbraccio e buon fine settimana, Angelo.
RispondiEliminaDopo due anni di tragedia, di morti, dopo aver visto immagini che ci hanno devastato, si pensava che saremmo migliorati. “ Ne usciremo migliori”, dicevano. Me siamo usciti peggiori da ogni punto di vista e da quel che si sente tra la gente comune, siamo diventati ancora più cattivi. Un abbraccio e buona domenica.
EliminaTutte le guerre sono atroci e permettono agli uomini di evidenziare proprio quel lato oscuro di crudeltà che esiste in molti di loro. Crude ma fonte di verità le poesie che ci presenti e che così bene ci spieghi. Poeti, scrittori, musicisti, persone sensibili e generose, ben poco possono fare contro i dittatori e i mercenari di morte. La storia ha insegnato a tanti, ma non a quelli che, più di ogni altro, avrebbero avuto bisogno di imparare, non ai potenti che mai si accontentano di ciò che già possiedono, e a pagare continuano ad essere gli innocenti, compresi i bambini. Spero e prego che finisca presto questa spirale di atrocità, ma la vedo dura.
RispondiEliminaBuona domenica delle Palme!
Niente possono fare i poeti, gli scrittori e gli artisti in genere. Dici bene. Purtroppo gli esseri umani hanno ben poche speranze di cambiare. Intanto mentre ancora si parla di gas e di guerre, il pianeta sta attraversando una crisi climatica spaventosa, ma l’uomo ancora non l’ha capito. Spero anche io che tutto finisca al più presto, ma credo che non sarà così. Grazie del tuo commento. Buona domenica delle Palme anche a te.
EliminaLa tua storia, o meglio quella del padre di tuo suocero, mi ha profondamente colpita. Fa male pensare a una vita così giovane spezzata per un’assurda guerra. Mia nonna mi raccontava che suo padre, il mio bisnonno, tornò dalla guerra decisamente segnato. Riviveva continuamente i traumi della guerra. È orribile quel che è successo a quei giovani. Ti abbraccio, Valeria.
RispondiEliminaO homem continua a ter, no seu íntimo, a pulsão da violência.
RispondiEliminaUm abraço.
Purtroppo l’uomo non abbandona mai la violenza. Un abbraccio anche a te.
EliminaPurtroppo la storia sembra ripetersi, con le sue atrocità e l'uomo lasciarsi andare al suo lato più oscuro...
RispondiEliminaUn caro saluto, Caterina, silvia
L’uomo non impara mai dalla storia, purtroppo. Commette sempre gli stessi errori. Un caro saluto anche a te, Silvia.
EliminaQuanto dolore , quanta disperazione in queste poesie , ma anche quanta speranza infondo al tunnel orribile delle guerre , tutte indistintamente . Siamo nel 2022 ed anzichè progredire , divenire migliori, più coscienti , più attenti al bene di tutti , si ritorna a peggio del 1945 ....e non aggiungo oltre .
RispondiEliminaUn caro salutoe abbraccio Caterina ,complimenti per il post.
Buona Domenica delle Palme.
Rosy
Grazie del tuo commento. È vero, per certi versi pare di essere tornati indietro nel tempo. Peccato che l’uomo guarda al passato solo per le cose negative. Grazie dei complimenti e grazie di aver visitato il mio blog.
EliminaCara Caterina, anch'io mi sono chiesta perchè l'uomo non ha imparato niente dal passato, perchè , nonostante tutto ciò che sappiamo di morte e distruzione, siamo ancora alle prese con una guerra . E' come se la storia passata fosse stata cancellata o dimenticata del tutto !! Come se i massacri, le distruzioni del passato fossero cose mai successe, che non ci toccano, che non ci riguardano. Invece di cercare di sconfiggere le malattie, le calamità naturali, la fame, la sete... siamo tornati indietro nel tempo e siam tornati alla guerra !!! Non capisco neanche io cosa spinga l'uomo a cercare la guerra, quando potrebbe vivere nella pace e nell'aiuto reciproco. La voce dei poeti e degli scrittori può servire per invitare a riflettere (le due poesie che hai postato sono atroci ma spiegano perfettamente gli orrori della guerra !!) ma chi dovrebbe ascoltare queste voci ha un cuore duro, di pietra, insensibile !! A me, quelle poesie mettono i brividi ma c'è chi sembra giocare con la vita di tanti mandati a morire, per che cosa, poi ? Buona domenica delle Palme, nella speranza che la Pace trionfi sempre.
RispondiEliminaHai posto la domanda giusta. Tutto questo per cosa, quando poi siamo destinati a lasciare tutto. A mani vuote siamo venuti e a mani vuote ce ne andremo. L’uomo si comporta come se dovesse vivere per sempre o come se avesse la certezza di portare qualcosa con sé una volta morto. Mah, è assurdo. Speriamo che la Pace trionfi sul serio.
EliminaPreferisco non cimentarmi a parlare inutilmente di cose che mi ripugnano
RispondiEliminaUn carissimo saluto
Posso capire, perché tanto la risposta non c’è. Un carissimo saluto anche a te.
EliminaLa rivalsa sull'altro, l'egoismo, il desiderio di potere, di vendetta, tutto questo e molto altro ancora induce l'essere umano a divenire nemico del suo simile, nelle grandi guerre come nelle guerre di tutti i giorni che si scatenano nelle nostre case, nella nostra società, nel nostro animo. L'uomo può innalzarsi a vette altissime (in fondo per chi crede è stato creato a immagine di Dio) ma può anche abbassarsi a bassezze4 indicibili.
RispondiEliminaGrazie Caterina per il bel post e per quelle parole che danno i brividi.
sinforosa
L’uomo in effetti ha la guerra nel sangue, purtroppo anche le famiglie attraversano conflitti. Si fanno la guerra tra membri dello stesso sangue, l’uomo è una specie che in grado di scendere davvero in basso. Grazie di aver apprezzato il post.
EliminaLe poesie sulla guerra di Clemente Rebora sono tra le più angoscianti che ho letto, superano in intensità persino quelle di Ungaretti. Mi è rimasta impressa dall'antologia scolastica anche "Grodek" di Georg Trackl, davvero terribile. Purtroppo ci saranno sempre delle guerre, temo. L'umanità non è in grado di evitarle.
RispondiEliminaCi saranno sempre guerre, hai ragione. Le poesie di Rebora sono molto cruenti. A me sinceramente sono sempre piaciuti i poeti di guerra, Ungaretti è uno dei miei preferiti in assoluto.
EliminaAngoscianti queste poesie di guerra ma purtroppo molto veritiere...
RispondiEliminaPurtroppo sono fin troppo veritiere. Non dovrebbero esistere poesie così, la guerra è un male assurdo.
EliminaLa storia insegna, ma l'uomo continua a sbagliare.
RispondiEliminaSereno giorno.
L’uomo non ha mai imparato niente dalla storia.
EliminaOgni guerra è atroce, feroce, brutale, colpisce civili inermi, o meglio in ogni guerra l'uomo è atroce, feroce, brutale privo di freni inibitori, assassino. In ogni guerra ed è questa l'ennesima lezione della Storia che l'uomo non riesce proprio ad imparare, ricordare ed evitare che si ripeta, insomma non riesce ad essere patologicamente attratto dall'orrore.
RispondiEliminaL’ uomo si divide tra amore e morte, Eros e Thanathos dicevano i Greci, eppure nonostante la bellezza che viene dall’amore e dal piacere, sceglie sempre l’orrore.
EliminaA guerra é monstruosa porque é feita por monstros.
RispondiEliminaNão conhecia o poeta, mas gostei de ficar a saber um pouco da sua passagem pela primeira guerra e da sua poesia, da qual gostei.
Boa semana, amiga Caterina.
Beijo.
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato le poesie di Rebora. Grazie della visita, Jaime. Buona settimana anche a te.
EliminaE' terrificante, proprio come quello che descrive.
RispondiEliminaPurtroppo, si, davvero orribile.
EliminaLe tue riflessioni e le poesie mostrano le atrocità della guerra..
RispondiEliminaEppure i potenti della terra ancora non riescono a comprendere che dopo una guerra non ci saranno mai vincitori
Esattamente, in guerra perdono tutti, anche i vincitori, soprattutto nelle guerre di oggi, che non sono più guerre di trincea, ma conflitti che coinvolgono i civili. Non facciamo che peggiorare. Grazie di essere intervenuta e benvenuta nel mio spazio.
EliminaTrovo che sia giusto descrivere la guerra con onestà, nella sua durezza. Possiamo sublimare la guerra di Troia, ma non un conflitto di ieri.
RispondiEliminaAnche io credo che sia giusto descrivere la guerra per l’esperienza orribile che è.
EliminaDue poesie molto dure, che rispecchiano la cruda realtà. Vorrei essere positiva, ma purtroppo devo constatare che l'uomo ha la memoria molto corta e non sa imparare dalle tragedie passate, che siano raccontate dai poeti o dai libri di storia. Grazie della proposta, buona giornata, Stefania
RispondiEliminaVorremmo tanto essere ottimisti, ma la realtà ce lo impedisce. Purtroppo l’uomo commette sempre gli stessi sbagli. Grazie a te, di essere passata e di aver lasciato il tuo commento.
Eliminasai che Rebora è uno dei miei poeti preferiti?
RispondiEliminaAnche il titolo del mio blog corrisponde ad una sua immagine poetica!!!
Davvero? Posso capire, anche io lo adoro. Adoro tutti i poeti di guerra.
EliminaPersonalità complessa quella dell'autore, io conosco alcune sue liriche ma non l'ho mai approfondito. Chissà se avrebbe continuato a parlare con profusione di orrori visti e di morte. Probabilmente si, nonostante tutto, lui non aspettava nessuno.
RispondiEliminaCredo di sì, avrebbe continuato. Bellissima la poesia a cui ti riferisci, Dall’immagine tesa. A me è un poeta che piace tanto, ho avuto modo di approfondirlo durante gli studi universitari.
EliminaL'uomo purtroppo non impara dal passato. In tempi di pace e di benessere, l'uomo ama ricordare i momenti brutti per creare storie e lezioni sul "non ripetere gli stessi errori", ma appena perde la tranquillità e il benessere, trova difficile rispettare i precetti discussi in precedenza. L'ironia poi è che le persone che ricordano, che vengono coinvolte anche emotivamente, non hanno possibilità di decidere e cambiare nulla.
RispondiEliminaGrazie per le poesie che hai condiviso, fai capire alla gente che non sono soli.
E' vero, l'uomo non impara mai dal passato e quei pochi che imparano sono quelli che non hanno alcun potere e finiscono ogni volta per pagare le più amare conseguenze. Grazie a te di aver apprezzato il mio post.
Eliminagrazie.
RispondiEliminanon conosco rebora, anche se ovviamente l'ho sentito nominare.
ciao
Grazie a te di avermi fatto visita.
EliminaPosso capire che non lo conoscevi, è un poeta che difficilmente trovi nelle antologie scolastiche, per cui può capitare di non incontrarlo nel corso della vita. Ciao.
più che altro non "conosco" per scelta.
Eliminama un paio poesie le avevo sicuramente lette.
serena pasqua
Tanti auguri di buona Pasqua anche a te!!
Eliminae buon lunedì :)
EliminaGrazie, buon lunedì dell’Angelo!!!
EliminaPasso cara Caterina per augurarti una serena Pasqua
RispondiEliminaIl mio abbraccio
Maurizio
Grazie, Maurizio. Tanti auguri di una serena Pasqua anche a te. Ricambio l'abbraccio.
Elimina
RispondiEliminaI went to see what's new.
I take this opportunity to wish you the continuation of a good week and a Happy Easter, my dear friend Caterina.
Kisses.
Thanks, my dear friend Jaime. Happy Easter you too.
EliminaNon conoscevo questo Rebora...
RispondiEliminaMi hanno colpito gli ultimi versi della seconda poesia, quando dice di non riportare l'orrore della guerra, visto con i propri occhi, alla persona amata... Perché l'amore resti incontaminato ... ❤️
Vero, sono molto significativi quei versi. L'amore non deve essere sporcato dalla guerra e deve continuare.
EliminaCiao Caterina, auguri di una santa e serena Pasqua di Resurrezione, un abbraccio Angelo.
RispondiEliminaGrazie Angelo, auguri di una serena Pasqua anche a te. Ricambio l'abbraccio.
EliminaRebora è un poeta che piace solitamente ai miei alunni. Leggerlo in classe suscita attenzione, fa riflettere. Ed è importante che questo tipo di poesia arrivi alle nuove generazioni.
RispondiEliminaCon l'occasione, buona Pasqua, Caterina. :)
Luz, intanto mi complimento con te che fai studiare ai tuoi alunni le poesie di Rebora. Raramente si studia a scuola, molti insegnanti non gli dedicano il minimo spazio e spesso non lo si trova nemmeno nelle antologie. Mi fa piacere sapere che sia anche molto apprezzato dai ragazzi. Grazie di cuore e buona Pasqua anche a te.
EliminaSentendo parlare in questi giorni di armi chimiche mi ha riportato alla mente quanto ho letto della Prima Guerra Mondiale, che era diventata "la guerra dei chimici", vedendo contrapposti sul fronte orientale i tedeschi di Haber con cloro e arsine e i russi di Zelinskij con le maschere anti-gas, sul fronte occidentale Haber con l'iprite e i francesi di Grignard con il fosgene.
RispondiEliminaE' orribile quel che è successo in passato, è orribile che possa succedere ancora. Non è cambiato assolutamente niente in poco più di 100 anni, anzi forse qualcosa è cambiato, abbiamo armi più potenti :(
EliminaGrazie per aver condiviso queste belle poesie. Ti auguro di trascorrere una Serena Pasqua e speriamo che queste atrocità finiscano al più presto.
RispondiEliminaErika
Speriamo finiscano presto. Tnti auguri di una serena Pasqua anche a te
EliminaCara Caterina, ti auguro una Pasqua serena assieme ai tuoi cari💞
RispondiEliminaGrazie Mariella, tantia uguri di una serena Pasqua anche a te e alla tua famiglia!! Un bacio.
EliminaPrendendo a spunto la seconda poesia.. vorrei parlare solo di gorghi di baci, non lasciare traccia ne esempio di quanto male possa fare l'uomo, perché forse - e a questo punto devo crederlo - non è conoscendo il Male che lo si evita e non lo si ripercorre, ma NON conoscendolo. Avendo in volto solo il sapore dei baci e non delle lacrime, avendo sulla pelle solo carezze e non ferite, avendo nel cuore solo amore e nessun tipo di odio. Forse Rebora in Voce di vedetta morta esorta proprio al bello del mondo, al giusto, al sogno; non in contrapposizione al male, ma come sola soluzione, unica direzione, esclusiva scelta. Me lo auguro, noi che ancora oggi contiamo morti ed orrore, e contribuiamo alla bisogna, nostro malgrado.
RispondiEliminaUna bella lettura della poesia di Rebora. Magari fosse possibile veder brillare solo la luce dell'amore, veder annullata ogni tenebra di odio e di guerra. Ce lo auguriamo sempre, tutto cambia ma la natura dell'uomo non cambia mai.
EliminaTanti, tanti auguri per una Pasqua di serenità. Ciao
RispondiEliminaGrazie Mirtillo, tanti auguri di una Pasqua ricca di serenità anche a te.
EliminaPurtroppo, tanto per cambiare gli esseri umani finiscono per cascare sempre nel rifare, i loro errori più grandi. speriamo che finisca presto questa guerra, anche se non sono per niente convinta che sia una cosa probabile. Sigh. Un saluto e Auguri per una Serena Pasqua, per quanto possibile in questi tempi- Che il lupo possa camminarti sempre al fianco
RispondiEliminaChe belli questi auguri, sai il lupo è il mio animale selvatico preferito. Tantissimi auguri di una serena Pasqua anche a te!!
EliminaSe spegnessimo la voce dei poeti uccideremmo anche la speranza e senza la speranza sarebbe ancora peggio.
RispondiEliminaBuona Pasqua Caterina, tantissimi auguri a te, alle persone che ami e al mondo.
Dici bene, Sciarada. Tantissimi auguri di una serena Pasqua anche per te e i tuoi cari.
EliminaNon conosco molto Clemente Rebora, è un autore che non ho mai approfondito. Grazie per la proposta. Ti lascio i miei auguri per una serena Pasqua. Il mio saluto, Stefania
RispondiEliminaGrazie a te di avermi fatto visita e degli auguri. Tanti auguri di una serena Pasqua anche a te!!
EliminaGrazie carissima, tanti auguri di una serena Pasqua anche a te e ai tuoi cari.
RispondiEliminaI'm here again...
RispondiEliminaHave a nice week, my dear Caterina.
Kisses.
Have a nice week, dear Jaime.
EliminaL'uomo è strano. Impara in fretta le lezioni della vita, ma altrettanto in fretta tende a dimenticare gli orrori del passato.
RispondiEliminaÈ davvero strano. Credo che la sua sete di potere gli faccia consapevolmente ignorare il passato.
EliminaL'arma più tremenda, quella che porta alla disumanità, è il potere. Quello che porta alla gloria, una povera gloria, che permette di sentirsi superiori a tutto e tutti. E' l'IO maledetto.
RispondiEliminaMa in questi giorni di famiglia, di amicizie, di auguri calorosi, desidero ristorarmi e volgere il cuore al bene, quello che sarà finalmente desiderato e che arriverà.
Buone feste Caterina. Un abbraccio affettuoso.
Hai detto bene, il problema sta tutto nel potere, nella sete di conquista che da sempre ci appartiene come specie. Per questo non cambia mai niente. Un abbraccio affettuoso anche a te.
EliminaVersi da brividi, che colpiscono e segnano l'animo del lettore. Un salutpo affettuoso Caterina.
RispondiEliminaGrazie di aver apprezzato il post, un saluto affettuoso anche a te.
EliminaContinuação de boa semana, minha querida amiga Caterina.
RispondiEliminaBeijo.
Colpisce molto la capacità dell'uomo di non imparare nulla dalla storia. Colpisce la sua ostinata capacità di non voler imparare
RispondiEliminaColpisce si. Fai bene a sottolineare che è soprattutto un non voler imparare. Il fatto è che crede di essere perfetto e di non commettere gli errori già compiuti dai suoi predecessori.
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