Dedicata a te





Del tuo sangue forestiero

ne ho fatto famiglia,

il nostro legame 

è un giglio che gemma di sole

e d'abbaglio sincero. 

Con la tua voce 

ho ricucito i lembi strappati 

delle mie sottane,

buone solo per scrivere

le mie atroci poesie

e nel ventre ho generato le rose

ad asciugarti il pianto 

che ti unse le gote.

Con le tue parole

ho toccato la carne del cosmo

e nel dolore ho partorito le stelle

perché ogni volta che il tuo cuore

mi sfiora le mani

diventa un astro di pura Poesia. 


Caterina Alagna






SonderKommando



La mia poesia per la Gionata della Memoria è dedicata ai SonderKommando, gruppi speciali di deportati ebrei col destino più atroce. Erano obbligati a collaborare con le SS nel processo di sterminio di altri ebrei deportati. Venivano costretti ad accompagnare le persone alle camere a gas, a spogliarle, a recuperare i loro effetti, a raccogliere, poi, i cadaveri per portarli ai forni crematori. Ovviamente, venivano uccisi ugualmente e sostituiti. Pochi i SonderKommando sopravvissuti.


Sono un numero,

uno straccio di carne.

Accompagno gli altri alla morte 

e sparpaglio nel vento

polvere di ossa e preghiere.

Sono un numero,

un'anima amputata

genuflessa al volere delle SS

che mi hanno incollato sulla pelle

il destino del carnefice.

Le mie esili membra trascino a fatica

mentre conduco alla cenere

perfino i miei cari.

Sono un Sonderkommando,

un atroce gesto di paura e coraggio,

un diabolico espediente del nazismo

che riversa su di me, germoglio innocente,

le luride colpe di quest'abominio.

Sono un Sonderkommando,

ma non vi illudete,

anche io son svanito bruciando

e a quelli come me sopravvissuti

so che nel cuore abbondano mucchi di cenere

e le grida strazianti dei morti

che ci hanno sventrato l'anima.


Caterina Alagna

Non imitate i poeti


Non imitate i poeti

perché sono carne bruciata

che osanna la vita.

Oltre la luce

la morte li appaga

e in un lirico assolo

assolvono i loro peccati,

rei di una vita mai accaduta.


Caterina Alagna


Rombo di odio



Suonano di nuovo le bombe

l'atroce melodia che sventra il cielo

e i bambini sepolti 

sotto un mare di polvere.

Polvere che ottunde la mente

e deflora i vergini albori

di vagiti innocenti. 

Ci sarà mai un uomo che semini

fuscelli di stelle a brillare nei campi

dove i bambini felici 

si scambiano i sogni

e le mani piene di sole,

timidi,  dolci, infantili

respiri d'amore. 

Ci sarà mai un tramonto

che inglobi tutti i colori della pelle,

tutti gli sguardi e le favelle

che effondano gemme di pace?

Intanto il male ci inchioda 

il cuore al veleno 

e il ruvido rombo dell'odio

ruggisce nel cielo.


Caterina Alagna



"Poesie trasportate dal mare" la raccolta poetica di Valya Stefanova




Per la mia rubrica "Conosciamo un poeta", oggi vi presento la poetessa Valya Stefanova. Nata in Bulgaria, viene adottata in Italia. Fin da piccola mostra un grande interesse per la lettura di ogni genere letterario, ma è solo nell'adolescenza che si manifesta la sua passione per la scrittura. Una passione che diventerà concreta nell'età adulta quando, Stefanova, si impegna seriamente nella stesura di un libro. Scopre il suo amore per la poesia grazie a un gruppo su Wattpad e decide di cimentarsi nella scrittura in versi. Nel 2023 ha pubblicato la sua prima raccolta poetica, "Poesie trasportate dal mare", LifeBooks Edizioni. Attualmente sta lavorando a una nuova raccolta che le permetta di comunicare pienamente con il suo pubblico.


Amore malato

Ti guardo mentre mi urli contro

e mi dici ti amo.

No, non è amore.

No, non è volersi bene,

se tu mi prendi a schiaffi.

Io non mi arrendo.

Mi rialzo e non scappo affatto,

ma corro verso la luce,

lasciandoti solo..

Una nuova vita mi aspetta

lontano da te.


La raccolta si apre con una poesia che immediatamente ci fa piombare in un vissuto sofferto, fatto di dolore e violenza. Il linguaggio è diretto, immediato e contemporaneo. L'emozione viene generata  proprio dall'immediatezza dei versi che, come un getto, piomba nell'anima e libera il campo da altre interpretazioni. Ma i versi non sono solo un grido di dolore, allo stesso tempo essi trasudano spiragli di luce e speranza, spiri di rinascita che, come l'alito fresco della  brezza marina, soffiano delicati e schiudono i fiori appassiti dell'anima. 


Mare

Portami dove

si respira aria nuova,

trascinami via.

Aiutami a guarire

dalle mie ferite

e a rialzarmi 

dalle mie cadute.

Mare,

cullami tu, abbracciami.

Fammi rinascere

a nuova vita.


Se alcune della poesie sono caratterizzate da uno stile forte e diretto, in altre, invece, prevale la delicatezza. Si sparge dolcezza e amore nei versi di Valya Stefanova che diventa pura emozione quando la poetessa ci canta l'amore per le sue due madri: una che l'ha messa al mondo e l'altra che l'ha cresciuta. Nei suoi versi mi sembra di leggere l'invito della poetessa  a perdere ogni pregiudizio nei confronti delle madri biologiche che, per ragioni di forza maggiore, lasciano i propri figli per affidarli alla cura delle altre famiglie. Anche questo è amore, lasciare i propri figli per garantirgli un futuro migliore. 


Due mamme

La prima ti ha donato la vita,

la seconda ti ha cresciuta.

La prima la ricordi,

la seconda la chiami mamma.

La prima ti ha dato la nazionalità,

la seconda un nome.

Una ti ha creato le emozioni,

l'altra ti ha colmato le paure.

Una ha visto il tuo sorriso,

l'altra ha amato quel tuo sorriso.

Lei ti ha lasciato, per darti una

vera famiglia.

L'altra ha pregato per averti.

Il Signore ti ha condotto a te,

per amarti.

Poi ti domandi: chi ti ha plasmato?

Nessuna delle due, sei amata

    da due diverse anime. 


In conclusione, quella di Valya Stefanova è una piccola raccolta che ti accarezza come un soffio delicato e allo stesso tempo ti smuove l'anima.  I suoi versi leggiadri ti trasporteranno sul mare sognante della poesia. 

Un bacio non dato



Scorrono i miei versi

e spogliano la notte.

Denudato di scorie,

si specchia il mio volto

sulla faccia delle stelle

e s'incupisce il germoglio setato

che sboccia sulla mia finestra.

Stasera mi ricorda 

quel bacio non dato che brucia

come uno strillo di tromba

strozzato in gola.

Un urlo d'amore dimenticato

tra i versi sciupati della mia preghiera.


Caterina Alagna




"La percezione dell'indistinto", di Giulia D'anca

Per la mia rubrica "Conosciamo un poeta", vi presento la poetessa Giulia D'Anca, autrice della raccolta poetica "La perce...