Noi quali foglie che genera la fiorita stagione
di primavera, quando a un tratto crescono ai raggi del sole,
simili a quelli per breve tempo dei fiori di giovinezza
godiamo, dagli dei ignorando sia il male
sia il bene, ma le Kerai ci stanno accanto, oscure,
l'una reggendo il termine dell'incresciosa vecchiaia,
l'altra della morte. E poco dura di giovinezza
il frutto, quanto sulla terra si stende il sole.
Ma quando sia trascorso il termine di tale stagione,
subito allora l'esser morti è meglio della vita.
Mimnermo fu un poeta greco vissuto tra il VII e il VI secolo a.C. Il suo nome, che letteralmente vuol dire "colui che resiste sull'ermo", si riferisce, molto probabilmente, alle gesta militari gloriose della sua stirpe, in particolare a quelle di un suo avo in ricordo di una vittoria bellica a cui prese parte, ovvero quella avvenuta da parte dei Greci di Smirne sui Lidi del re Gige, di cui Mimnermo racconta nel poema elegiaco "Smirneide".
Poche sono le notizie giunte fino a noi. Dubbie anche le sue origini. Alcuni studiosi ritengono che fosse originario di Colofone, altri, invece, di Smirne. Si sa che prediligeva il distico elegiaco che nella metrica classica corrisponde a un insieme di due versi composti da un esametro e un pentametro.
Solo pochi frammenti delle sue opere sono sopravvissuti al tempo. Secondo Ermesianatte, poeta alessandrino, Mimnermo era famoso come poeta dell'amore, inteso in senso erotico. Quel che è certo, invece, è l'uso di un linguaggio tipicamente omerico, anche se il poeta non rinuncia a creare nuovi stili e neologismi, arricchendo i versi di vocaboli ricercati e piacevole musicalità. Anche i temi trattati sono omerici ma con una profonda differenza: nelle poesie di Mimnermo prevale una visione pessimistica della vita. È il caso dei frammenti "Come le foglie", in cui è evidente il paragone con i versi del libro VI dell'Iliade, dove le generazioni vengono paragonate al cadere delle foglie. La visione omerica, però, se pur caratterizzata da note di pessimismo, apre alla speranza e alla rinascita. I versi, infatti, si concludono con un'immagine primaverile, ovvero quella delle foglie nuove che sostituiscono quelle cadute.
Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini;
le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva
fiorente le nutre al tempo di primavera;
così le stirpe degli uomini: nasce una, l'altra dilegua
le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva
fiorente le nutre al tempo di primavera;
così le stirpe degli uomini: nasce una, l'altra dilegua
Mimnermo, invece, pone l'accento sulla visione pessimistica che vede trionfare la vecchiaia e la morte sulla giovinezza che ha una durata breve, come la luce d'un giorno sulla terra. La sua idiosincrasia per la senilità viene riproposta anche nel frammento " Contro la vecchiaia", in cui esprime anche un concetto che sarà poi ripreso dalla poetessa Saffo: l'amore come unica cosa davvero importante nella vita.
Che cosa è la vita, che cosa è dolce, se manca l'aurea Afrodite?
Sarebbe meglio di gran lunga la morte che vivere sempre senza
incontri amorosi e il dono della tenerezza e il letto,
tutte quelle cose che son dolci fiori di giovinezza,
sia per gli uomini che per le donne. Ma quando arriva l'opprimente
vecchiaia, che rende brutto anche un bell'uomo
e il cuore si consuma sotto infinite tempeste,
non c'è gioia più poi alla luce del sole,
ma nei bambini si trova odio e nelle donne non vi si trova alcun rispetto.
Così odiosa ci diede un dio la vecchiaia
Sarebbe meglio di gran lunga la morte che vivere sempre senza
incontri amorosi e il dono della tenerezza e il letto,
tutte quelle cose che son dolci fiori di giovinezza,
sia per gli uomini che per le donne. Ma quando arriva l'opprimente
vecchiaia, che rende brutto anche un bell'uomo
e il cuore si consuma sotto infinite tempeste,
non c'è gioia più poi alla luce del sole,
ma nei bambini si trova odio e nelle donne non vi si trova alcun rispetto.
Così odiosa ci diede un dio la vecchiaia
Caratterizzata da forti contrasti (giovinezza/ vecchiaia, luce/tenebra, piacere/dolore), la poesia di Mimnermo si presta a varie chiavi di lettura, da quella romantica ( Leopardi è forse il poeta che più deve a Mimnermo) fino a quella decadente. In realtà la poetica di Mimnermo si rifà al pessimismo ionico che vede la nostra esistenza dominata da un senso di ineluttabile fatalità, tema presente in tutti i poeti della lirica ionica quali Archiloco, Semonide e Teognide, che sottolineano il dolore come parte dominante della vita. Teognide afferma, addirittura, che per gli umani è meglio non nascere. Di sicuro meno radicale Mimnermo, che in un altro frammento si augura di morire a sessant'anni, prima dell'incombere di malattie e vecchiaia.
Così senza morbi e affanni penosi
sessantenne mi colga destino di morte
Per Mimnermo i mali della vecchiaia non rappresentano solo una incapacità del godere del piacere amoroso. Egli ne espone un dettagliato elenco, quali la povertà, la mancanza dei figli, le malattie che lentamente ti conducono alla morte. Come osserva il filologo Albini, nel poeta di Colofone "c'è una concretezza materialistica, una valutazione piena dell'importanza del corpo e della sua limitatezza".
ho vaghe reminiscenze di questo poeta che risalgono ai miei studi classici: è tendenzialmente pessimista ma molto profondo!!!
RispondiEliminaGrazie Caterina
È pessimista, vero...ma in fondo dice il vero. Al liceo mi colpì particolarmente. Grazie del tuo commento!
EliminaHo bloccato il tempo. Non posso permettermi di diventare vecchio perché sono solo e mi piace stare bene. La vecchiaia è una malattia senza speranze di guarigioni. Tutto il corpo, dalla testa ai piedi, si assesta per prepararti al gran salto. Nessuna buona compagnia, ma malattie tipiche dell'anziano.
RispondiEliminaIn particolare, l'Alzheimer che in certi soggetti è anche precoce. In ufficio, un impiegato di 50 anni, un giorno mi disse: "Augusto, dovresti accompagnarmi a casa perché non ricordo dove abito".
Questa storia durò diversi anni.
Lode a Mimnermo.
RispondiElimina
In fondo la vecchiaia, quando non incombono malattie degenerative, è del del corpo. L'anima è sempre giovane.
EliminaBeautiful blog
RispondiEliminaAll'inizio ho davvero pensato volessi tirarci un bidone stile certi post di quel burlone di Franco Battaglia.. invece Mimnermo esiste davvero! Certo con una poetica nichilista e un disagio palpabile che induce al decadentismo più oscuro. E comunque, a ben guardare, all'epoca i sessant'anni erano già un traguardo da paura.. ;) so che mi perdonerai..
RispondiEliminaIn effetti 60 anni non erano affatto pochi nel VI secolo a.C, ma dato che Mimnermo appartiene a una famiglia nobile, diciamo che non se la passasse poi tanto male perché se è vero che è pessimista è anche vero che non rinuncia ai piaceri della gioventù.
EliminaPer me un bel ricordo del Liceo. Le traduzioni e la lettura in metrica. Un mondo di poesia affascinante quello dei lirici greci. Un caro saluto a te.
RispondiEliminaSicuramente Mimnermo fu tra i poeti che più mi colpirono e più mi son rimasti nel cuore, forse perché sento che le sue tematiche sono attuali. Un caro saluto anche a te!
EliminaGiusto ricordare, un poeta dell'antica Grecia.
RispondiEliminaSoprattutto quelli come Mimnermo che sono poco conosciuti.
EliminaE' sempre bello passare a leggerti e riempire così il cuore di nuove emozioni. Un abbraccio grande grande
RispondiEliminaEd è sempre bello leggere i tuoi commenti, sempre pieni di belle parole, cara Simo. Grazie!
EliminaNon avendo fatto studi classici per me la poesia greca e latina sono sempre una novità da scoprire.
RispondiEliminaCertamente il tono è quello di un moderno materialista più che di un uomo dell'antichità, e ne condivido i timori, essendo anch'io spaventato dall'incombente vecchiaia.
Sì, Mimnermo è molto attuale,questo è uno dei motivi per cui mi piacque la sua poetica al liceo.
EliminaSe la memoria non mi inganna, devo averlo tradotto dal greco all'italiano, tanti ma tanti anni fa. Grazie per avercene parlato. Buona domenica cara.
RispondiEliminaCredo proprio che tu l'abbia tradotto, mi sa che chi ha fatto il classico difficilmente non lo conosce. Buona settimana anche a te, cara!
EliminaMi ricorda il riferimento al III Canto dell'Inferno, nell'episodio di Caronte. Anche lì, anime come foglie, che una a una si allineano per andare incontro al loro destino. Dante aveva il mondo antico come suo grande modello.
RispondiEliminaIl bello è che molti ignorano che tante tematiche ( anche attuali ) sono state già tutte pienamente affrontate nel mondo classico. La cultura greca è la culla del pensiero.
EliminaInteressante notare la sua vicinanza a poeti dell'era moderna come Ungaretti ("Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie") ed Emily Dickinson ("Che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore").
RispondiEliminaHa influenzato tanti poeti, questo è fuori da ogni dubbio. Peccato che siano sopravvissuti solo pochi frammenti. Chissà quante tematiche avrà trattato..
EliminaVero, concordo con Marco Lazzara sul parallelismo con Ungaretti, Per il resto, non lo conoscevo ed ammetto che lo sento un po' meno vicino al mio sentire nonostante la sua profondità di contenuti, forse per la forma poetica che non è quella del mio tempo.
RispondiEliminaBeh sicuramente, stiamo sempre parlando di un uomo del VI secolo a. C. ...la differenza è abissale con noi nelle forme, mai nei contenuti ci somigliamo tanto.
EliminaMuito interessante.
RispondiEliminaNunca tinha ouvido falar deste poeta da antiguidade.
Obrigado pela partilha.
Boa semana, querida amiga Caterina.
Um beijo.
Grazie di aver apprezzato, amico Jaime. Mi fa davvero piacere. Un abbraccio e buona settimana anche a te!
EliminaTra quelli che hai riportato, l'unico che ricordavo bene è questo:
RispondiElimina"Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini;
le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva
fiorente le nutre al tempo di primavera;
così le stirpe degli uomini: nasce una, l'altra dilegua".
Bellissimo passo.
Questo è un passo immortale, di bellezza unica secondo me. Difficile dimenticarlo.
EliminaL'amore inteso come eros posso capirlo che non dà una felicità costante perché è tumultuoso, turbolento. Ma agape ( la carità) credo sia la forma d'amore giusta per unirsi a Dio. Grazie a te, Filippo.
RispondiEliminaBellissimo post di ispirazione primaverile. Complimenti hai scelto degli ottimi brani. Buona primavera e serena continuazione di settimana
RispondiEliminaGrazie di aver apprezzato il mio post, buona continuazione di settimana anche a te!
EliminaMi sembra di aver studiato qualche cosa di Minelleo ma non ricordo cosa, comunque il nome non mi è nuovo. Però la sua visione pessimistica della vita la sto conoscendo adesso. Devo dire che, da quando sono in pensione, questi temi li sento più vicini e non vorrei. Ho qualche acciacco in più, non sono quella che ero ma cerco di fare del mio meglio per restare attiva e godermi della bellezza della vita, più a lungo possibile !! Ciao cara.
RispondiEliminaContinua ad essere sempre attiva e vivere la bellezza, Mimnermo, pur mettendo in risalto un concetto reale, è troppo pessimista. In fondo stiamo sempre parlando di un uomo del VI sec. a.C., un'epoca dove la scienza faceva i suoi primi passi. Un abbraccio, cara!
EliminaUn po' di poesia e un po' di storia, comunque sempre belle parole per iniziare l'agognata primavera.
RispondiEliminaQuale miglior modo per celebrare l'entrata della primavera :)
EliminaBuon pomeriggio mia cara, sono passata per un saluto
RispondiEliminaGrazie, un caro saluto anche a te! Sei sempre gentile!
EliminaBella poesía. Te mando un beso. Enamorada de las letras
RispondiEliminaGrazie, un abbraccio!
EliminaNon conoscevo questo poeta greco...e mi manca molto la cultura greca!
RispondiEliminaBellissimi versi sulla vita e la vecchiaia! Siamo come foglie...
Buon pomeriggio!
Piace molto anche a me questo poeta, molto poco conosciuto. Buon pomeriggio.
EliminaChe bei versi, non conoscevo questo poeta, grazie per avergli dato questo spazio che ce lo ha fatto conoscere
RispondiEliminaSono contenta di sapere che ti sia piaciuta la sua poesia!
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