Viaggio a Venezia


Due settimane fa sono stata in una città che credo abbiate visitato in tanti, una città stupenda in cui non ero ancora stata ma in cui anelavo andare da tanto tempo: Venezia. A dire il vero, dato il periodo difficile che sta attarversando il mondo, con le orribili notizie di guerra che ci addolorano e ci fanno stare in ansia, ero indecisa se pubblicare o meno questo post, ma poi ho ritenuto che in un momento che vede il mondo affondare nella bruttezza più profonda, noi non dobbiamo dimenticarci della bellezza.

Non voglio dilungarmi, credo che tutti più o meno conosciate la storia della Serenissima, mi limiterò a dire che me ne sono perdutamente innamorata ( ma già sapevo che sarebbe scoppiato l'amore) e ancora non mi sono rassegnata al fatto che ho dovuto lasciarla. Il tempo a disposizione non è stato molto, solo un week-end però ho avuto il tempo di farmi un bel giro in gran parte della città. A parte l’obbligata visita a piazza San Marco, ho visitato l’interno della Basilica con annessa visita al museo e alla Loggia. Esperienza esaltante, una delle basiliche più belle che abbia mai visitato e sicuramente una delle più belle d’Italia. I lavori per la sua costruzione iniziarono nel 1063 e terminarono nel 1617. In stile romanico-bizantino e gotico,al suo interno è completamente rivestita in oro. Lasciano letteralmente a bocca aperta  gli oltre mille metri quadrati di tessere di mosaico fatte con la foglia d'oro. Conserva inoltre il tesoro di San Marco, simbolo di tutte le conquiste fatte dalla Serenissima: vasi di sardonica, anfore d’agata, calici e reliquiari con gemme incastonate, coppe e calici in cristallo di rocca, nonchè la Pala D'Oro, una tavola coperta di immagini sacre in oro, argento e centinaia di pietre preziose posizionata sull'altare maggiore. Altra caratteristica principale della Basilica è la Quadriga di Cavalli di San Marco, in bronzo dorato e argentato la cui copia è esposta sulla Loggia, mentre l'originale  si trova all'interno del museo. Quest'opera d'arte di origine incerta fa parte delle opere provenienti da Costantinopoli, che furono razziate dai Veneziani durante la IV Crociata. Delle tante quadrighe che ornavano gli archi trionfali del mondo antico, questa è l'unica rimasta al mondo. I cavalli originali sono stati esposti sulla loggia fino al 1977, in seguito, dopo un lungo lavoro di restauro, si decise di conservarli all'interno del museo. Un'altra tappa importante del mio breve viaggio è stato il teatro La Fenice, di magnifica bellezza. Purtroppo a causa dell'incendio del 1996 il teatro andò completamente distrutto. Si decise di ricostruirlo ispirandosi al motto "com'era, dov'era", in modo che l'edificio risultasse il più fedele possibile all’originale. Un’altra visita l’ho fatta al quartiere ebraico, nella zona del “ghetto vecchio” e non è mancato un velo di tristezza nel vedere le sofferenze a cui sono state costrette tante persone negli anni del nazi-fascismo. Il resto è stato scoprire la città nelle sue viuzze sui canali, le sue calli, scoprendo tutti i suoi palazzi importanti quali La Ca'D'Oro, Il Ca' Pesaro, Palazzo Contarini del Bovolo, Palazzo Grassi, Palazzo Vendramin che ospita il Casinò e Palazzo Fortuny. Mi è mancanto il tempo di visitare qualche galleria d'arte e le isole di Murano e Burano, ma Venezia è una città che merita di essere visitata più di una volta. 

 

Venezia 

Sulle sponde della mia pelle

Venezia cosparge il suo canto serafico,

una melodia che risuona di stelle

e  mi inebria il cuore di chiarore romantico.

Illuminato nasce un sorriso 

che si squarcia profondo e senza fiato,

innamorato  s'inoltra nelle  vie  del paradiso 

fino a perdersi nel cuore di San Marco.

Sulla loggia della Basilica

estasiato ho lasciato il mio viso 

e nella laguna che di delizia brulica,

s'incendiano i miei occhi d'oro intriso.


Brillantate dai raggi di dorate increspature,

movenze sinuose trascinano i canali,

per le calli dissolvono ataviche paure 

e sotto i ponti mietono i sospiri degli innamorati. 

Venezia ha posto sul mio capo un diadema,

davanti alla sua immagine idilliaca

la mia carne ancora trema,

s'immerge nel ricordo del suo lirico splendore,

un sigillo che s'incarna come emblema

scolpito nell'anima da brividi d’amore. 

 

 Caterina Alagna



 

 

                                                                  Ponte di Rialto


 

                                                                    Ponte dei Sospiri


                                                 Piazza San Marco, Basilica e Campanile



 

                                                                    Torre dell' orologio

                                                              

                                                                   Interno della Basilica








                                      Quadriga di Cavalli di San Marco (opera originale)

  
Palazzo Ducale





Copia della Quadriga

                                                                   Teatro La Fenice




 


                                                           

                                                           Scala Contarini del Bovolo




Cadono lacrime


Cadono lacrime di orrore 

sulle gote dei bambini,

resta soffocato  il loro pianto dai fucili,

dai mitra che annientano la vita,

dai cieli grigi che bombardano a non finire.

Non si ode il loro pianto

nelle stanze di quella ragione che sull'odio

costruisce i suoi castelli del terrore.

Non trovano spazio  i loro sorrisi 

in quel mondo di bugie 

che si erge su un altare di assurde ideologie. 

Non si sentono cantare le loro bianche voci,

si sente solo l'olezzo della guerra

che imbratta di sangue ogni zolla di terra,

che mangia a morsi la bellezza,

che ruggisce con forza e con veemenza,

che spazza via la voce dell'intelligenza,

la voce di chi parla con la logica dell'amore,

di chi in questo mondo viene deriso 

perchè è un sognatore, 

insomma un deficiente che vuol dare alla pace

la forza di un speranza che non si arrende.


Caterina Alagna 


Donna


Donna, 

sorgente di vita fervente

esonda dai tuoi occhi 

una cascata incandescente:

pensieri d’amore e di premura

per chi come te consola e presta cura

ma chiusa nel suo cuore conserva la paura. 

Paura  perché c’è ancora chi ti ignora,

chi ti disprezza e ti nega una carezza,

chi ti tratta soltanto con violenza,

chi ti lascia sola nutrendoti di assenza, 

chi dell’amore ti mostra solo la parvenza.


Donna, 

tu non sei sola

anche quando la solitudine è la tua unica dimora,

tu hai te stessa e tutta la forza che ti sostiene,

quella forza capace di spezzare le catene,

di squarciare gli orizzonti,

di abbracciare mari e monti,

di tramutare in nuove albe miriadi di tramonti.


 

Donna,

io so che ci sono uomini diversi e 

che spesso le loro voci sono soffocate dai violenti,

c’è  ancora chi di te s’innamora,

chi sa che non ti servono petali odoranti di bugie,

chi dolcemente si perde nelle tue meraviglie,

chi ha il cuore che vibra di effervescenti note, 

sentimenti che diventano musica d’amore 

per te che risplendi di profumo di rose e di passione.


Caterina Alagna 


Volano i pensieri

 

 

 

 

Volano i pensieri 

su stracchi strascichi di ieri. 

Sospesi si stendono sui ricordi

volteggiando liberi su soffici accordi. 

Risucchiati d’un colpo da spirali di vortici 

precipitano in picchiata come piombi. 

Appesantiti dalla paura della loro sorte,

seppelliscono le idee in una fosca notte,

terrorizzati dall’ombra della morte 

che le note dell’anima distorce.

S’intrecciano in un abbraccio di scene contorte,

si bloccano in uno stallo di immagini amorfe,

ma un placido suono ancora s’effonde

e aprono gli occhi per abbattere le porte,  

per sentire il tenue respiro delle siepi feconde,

per vedere fiorite aiuole di arcobaleni

dove libere si baciano farfalle e falene.


Caterina Alagna 




Semplicità e bellezza. Attilio Bertolucci.


 

Assenza

Assenza,
più acuta presenza.

Vago pensiero di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.

Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.


Attilio Bertolucci è considerato uno dei più grandi poeti del Novecento italiano. Padre del grande regista Bernardo Bertolucci, nasce  nel 1911 a San Prospero Parmense in una famiglia di media borghesia agraria. Trascorre quindi la sua infanzia in campagna, prima nel podere di Antognano e successivamente in quello di Baccanelli. Comincia a scrivere poesie fin da quando ha sette anni, frequenta le classi ginnasiali al convitto nazionale Maria Luigia di Parma dove avrà la fortuna di avere come istitutore Cesare Zavattini. Incontro da cui cui nascerà una grande amicizia. Compiuti gli studi superiori s'iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Parma dove conseguirà,però, solo due esami. Si trasferisce a Bologna dove decide di iscriversi alla Facoltà di Lettere. Nel 1938 si laurea e si sposa con Ninetta Giovanardi, sua compagna di liceo con cui già da diversi anni ha una storia d'amore.


Sei stata la mia compagna di scuola

Sei stata mia compagna di scuola
ma hai un anno meno di me
abbiamo un bambino che va a scuola mi
sono innamorato di te...

Fingerò d’essere una tua scolara
che s’è innamorata di te
mi sono fatta una frangetta
per cenare fuori con te...

Cerchiamo una locanda piccina
nella città ma non c’è
inventiamola affacciata sul fiume 
che allevò me e te...

Di acqua nel fiume che è nostro
ce n’è e non ce n’è...
Inventerò un nuovo mese
ricco d’acqua per te...

Che si rifletta in me
nei miei occhi
china dalla veranda inverdita
sull'acqua che somiglia la vita
rubandomi e restituendomi a te

 

Negli anni '40 insegna italiano e storia dell'arte presso il convitto Maria Luigia e collabora con la Gazzetta di Parma dove si occupa principalmente di cinema e arte. Nel 1951 si trasferisce a Roma dove grazie a Roberto Longhi collabora con la rivista Il Paragone.  Nel frattempo entra nel mondo del cinema, della radio e della televisione. Ottiene la  possibilità di collaborare ad  alcuni programmi Rai e  alla stesura di sceneggiature televisive. Sempre a Roma conosce Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini coi quali instaura un profondo rapporto di amicizia. Nel 1954 il presidente dell'Eni, Enrico Mattei lo invita a dirigere la rivista aziendale Il Gatto Selvatico, di cui Bertolucci sarà direttore fino al 1965. Negli anni a venire pubblicherà raccolte poetiche e romanzi, ma a causa dei suoi problemi di salute, la sua residenza a Roma si alterna con ritorni nella campagna parmense. Muore a Roma nel 2000.


Nessuno 

Io sono solo
Il fiume è grande e canta
Chi c’è di là?
Pesto gramigne bruciacchiate.

Tutte le ore sono uguali
Per chi cammina
Senza perché
Presso l’acqua che canta.

Non una barca
Solca i flutti grigi
Che come giganti placati
Passano davanti ai miei occhi
Cantando.
Nessuno.

 

La poetica di Bertolucci è una poetica semplice e complessa. La sua poesia si tuffa nella quotidinaità della vita, nei gesti più semplici col fine di coglierne essenza e bellezza. Con un linguaggio molto semplice ci parla della città di Parma, della campagna, dell'amore, dei suoi affetti familiari, della solitudine. E' un poeta antinovecentista. La sua poesia si ispira ai crepuscolari e a Pascoli, allo stesso tempo si propone come modello alternativo alla poesia ermetica di Ungaretti. Una poesia tendente al discorso narrativo. Un chiaro esempio in tal senso è il suo romanzo in versi La camera da letto, un viaggio autobiografico che passa attraverso paesaggi familiari e affetti. Tra le sue raccolte poetiche più famose ricordiamo Sirio (1929), Fuochi in novembre ( 1934), La capanna indiana (1951) Viaggio d'inverno (1971), La camera da letto Volume I (1984), La camera da letto Volume II (1988). Tra le opere in prosa ricordiamo Aritmie (1991)-

Tieni viva la memoria


 

La libertà insudiciata, stuprata,

circondata da un filo spinato,

con le mani imbrattate di sangue e di fango, 

con la pelle aderente alle ossa, 

osservava sorgere il sole oltre la fossa, 

anelando che un raggio di luce 

trapassasse quel buio atroce

in cui l’onda del male triturava

la carne umana.


Le tenebre regnavano sovrane

su quelle povere teste umane. 

Dalle squallide bocche dei carnefici 

esalavano fetide parole di zolfo e di cenere.

L’innocente pianto dei bambini, delle donne 

e degli uomini, 

polvere nel vento,

si spargeva nei campi coltivati,

si posava sui tetti delle case 

dove le persone vivevano ignare. 


Nudi, malati, marchiati e torturati

per la colpa di non essere ariani,

perché erano ebrei, rom o omosessuali. 

Cosi pensavano i loro aguzzini

artefici di quel male insulso

che nella più ostinata ignoranza  trova gusto, 

che sfocia le sue voglie disumane 

nella  ferocia più brutale. 

 

Quella ferocia che in alcune anime,

quiescente, sempre riposa,

come un vulcano addormentato

è pronta ad esplodere ancora.

Per questo bisogna tener viva la memoria, 

affinché mai più sfoderi i suoi artigli

quell'orrido avvoltoio di nome Odio.


Caterina Alagna



Cuore di periferia


 

Un pianto lieve 

felpato come la neve

serpeggia dietro una nube di poesia,

falsa parvenza di allegria,

solitario s'effonde nella vasta radura

dei sogni negati alla vita.

 

Nelle vecchie borgate di periferia

un cuore tristemente s'arrende,

è un riccio raggomitolato in se stesso,

un tenero arbusto sbilenco

che non trova più l'animo

di inoltrarsi negli anfratti  del tempo.


Il futuro ha smarrito il suo smalto,

si è consegnato a uno scialbo presente

ricolmo di tacite lacrime e parole spente, 

di mani scabre e tasche vuote,

nell'anima solo l'amore.


Amore intenso, incessante, eterno 

per gli occhi dei figli innocenti

che patiscono la fame 

e la penuria degli inverni.

Occhi che trovano rifugio 

tra le braccia straziate dei loro cari

sottomessi e ammaccati

dal lavoro estenuante e precario,

dal mondo che è sempre più avaro,

da un sogno terribilmente mancato.


Povera vita che annaspi nell'acredine 

dei borghi di periferia,

tra sterili passi e pensieri pesti,

ti nutri di polveri e foglie sparse,

di accumuli di case e giorni riarsi.

La gioventù donò i suoi anni alle miserie,

alla povertà e alle macerie.

E il fuoco resiliente

che un tempo sguainava la sua lingua ardente,  

si incenerisce, inzuppato dalle stille

di quel pianto lieve

mentre felpata scende la neve.

 

Caterina Alagna

 

Romanzi diversi, la raccolta poetica di Alberto Longhi

Per la mia rubrica "Conosciamo un poeta" vi presento Alberto Longhi, autore della raccolta "Romanzi diversi", pubblicazi...